venerdì 29 luglio 2016
​La leader della Cisl: si può chiudere entro fine settembre se il governo mantiene la promessa sulle risorse da stanziare. Bene i dati sull'occupazione, ma serve una stretta forte sui voucher (Francesco Riccardi)
Furlan: vicina l'intesa sulle pensioni
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​«Abbiamo un altro segno più davanti al dato sull’occupazione e questo è certamente positivo. Non posso dimenticare, però, che ci sono ancora poco meno di 3 milioni di persone disoccupate e finché non riusciremo a dare loro un’opportunità non ci accontenteremo». La leader della Cisl Annamaria Furlan guarda con il consueto realismo alla fotografia dell’occupazione, mentre annuncia che sulle pensioni «l’accordo è vicino».Oltre il dato generale positivo, colpisce che a giugno siano solo gli autonomi ad aumentare. Che cos’è il ritorno delle Partite Iva o della precarietà dei voucher?Occorre verificare se la tendenza si conferma e approfondirne la genesi. Sappiamo già, però, che l’esplosione dell’utilizzo dei voucher ne segnala abusi e nasconde vero e proprio lavoro nero. In particolare in agricoltura e nell’edilizia. L’intenzione del governo di rafforzare la tracciabilità dell’uso dei "buoni" è positiva ma non basta. Va nettamente ridimensionato l’ambito di utilizzo dei voucher.Fino ad escludere l’utilizzo in agricoltura e nell’edilizia?Sarebbe certamente opportuno.Il governo sembra essersi convinto a sbloccare la contrattazione nel pubblico impiego...Finalmente una buona notizia. Il blocco per 7 anni è stato una palese ingiustizia ed è importante che ora il governo pensi a stanziare risorse adeguate.Il premier però sembra orientato più a "premiare il merito" che non a deliberare aumenti per tutti.L’importante è che ci siano le risorse e che si riapra la contrattazione. Poi sarà in quella sede che si deciderà la ripartizione dei fondi per gli aumenti. Il rinnovo del contratto nazionale è indispensabile per attuare la riforma della pubblica amministrazione e la contrattazione di secondo livello è la sede propria per innalzare produttività del lavoro e qualità del servizio offerto ai cittadini.Ancora non siete riusciti a riformare il modello contrattuale, però.In realtà siamo a buon punto. Nei giorni scorso abbiamo firmato l’intesa con le piccole imprese di Confapi, siamo vicini all’accordo con Confcommercio, il comparto dell’artigianato e altri datori, mentre con Confindustria prosegue il confronto su ammortizzatori sociali, fisco e come incentivare la ripresa anche con una nuova contrattazione.Sì, ma l’impasse con gli industriali non si sblocca. E sul contratto dei metalmeccanici non si fanno passi avanti.Federmeccanica deve capire che non è accettabile la sua proposta che prevede aumenti salariali solo per il 5% dei lavoratori del comparto. Occorre responsabilità da parte di tutti per arrivare a un rinnovo vantaggioso per tutti i soggetti. La contrattazione di secondo livello in Italia riguarda una minoranza di imprese. Va benissimo potenziare gli accordi aziendali (o territoriali) ma il contratto nazionale, oltre a fissare le regole generali valide per tutti, deve conservare una funzione di garanzia del potere d’acquisto dei salari di tutti i lavoratori. Poi con i contratti integrativi si possono definire meglio i diversi regimi di orario, l’organizzazione del lavoro, discutere di produttività e welfare aziendale.Sulle pensioni siete vicini all’intesa col governo?Se il governo rispetta la parola data, e confermerà nei fatti gli «stanziamenti significativi» di cui ha parlato anche in questi giorni, l’accordo si può stringere per fine settembre. I tavoli tecnici, infatti, hanno già individuato le priorità su cui intervenire. Sono in programma altri due incontri dopo le ferie e un vertice "politico" a metà settembre. Si può chiudere prima del varo della legge di Stabilità.Come? Rivedendo il meccanismo che lega il pensionamento all’aspettativa di vita?Sì, ma non solo. Dobbiamo agire su tre generazioni: i giovani, le persone vicine alla pensione e chi è già in quiescenza. Ai ragazzi prevedendo la ricongiunzione gratuita dei contributi, a chi è vicino alla pensione con maggiore flessibilità d’uscita in particolare per i lavori usuranti e per chi è già uscito con l’aumento degli assegni più bassi.
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